Sabbadin il mister

Prima in classifica. Da sola. Dove può arrivare questa Solesinese? «Molto in alto», risponde Massimiliano Sabbadin, al suo primo anno sulla panchina granata. Uno a cui l’esperienza da calciatore professionista ha insegnato la mentalità vincente. «Ho avuto la possibilità di giocare 5 anni in C/1 a La Spezia - racconta Mister Max, 41 anni, di professione venditore ambulante - E anche la fortuna di giocare a fianco del grande Davor Jozic, capitano della Jugoslavia a Italia ’90». Una carriera da allenatore iniziata quasi per caso: «Quando giocavo a Schio, in Interregionale, ho subito un grave infortunio ai legamenti del ginocchio che ha anticipato la fine della mia carriera. Due anni dopo, sempre a Schio, arrivò una chiamata importantissima: mi volevano allenatore e accettai per riconoscenza. Fecero tutto loro, perfino l’iscrizione al corso per il patentino da allenatore... Ho allenato anche il Bassanello, lo Zero Branco e ora la Solesinese, dove sono arrivato grazie al ds Pellegrini e al dg Bassan che mi hanno voluto a tutti i costi». Un figlio d’arte il tecnico granata: il papà Enzo, infatti, è un guru tra gli allenatori del Padovano che ora fa coppia fissa con il figlio: «Alla domenica “spedisco” papà a scoprire i segreti degli avversari - sorride Sabbadin Jr - e so di poter contare su di lui visto che è un occhio molto esperto. Grazie al suo aiuto adatto i miei giocatori alle caratteristiche degli avversari». Si spiegano così le 6 formazioni diverse su 6 partite che hanno fruttato la testa della classifica. «E’ merito dei miei ragazzi se stiamo facendo bene - si schernisce lui - Ma non dobbiamo abbassare la guardia, la stagione è ancora lunga». Tra allenamenti e lavoro, il tecnico ama dedicare tempo alla sua famiglia: «Ho due bambine bellissime di 10 e 7 anni, e sono sposato da 20 con una donna che non capisce niente di calcio. Fortunatamente...». Ma qual è il segreto delle vittorie? Sabbadin, che in fatto di musica ascolta Venditti, Ramazzotti «e anche due o tre canzoni di Luca Carboni», strizza l’occhio: «Un portafortuna che le mie figlie mi danno ogni domenica. Non dico cosa, sennò non funziona più!». Francesco Vigato (Mattino).